Buon mercoledì!!!

Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento del nostro blog, il perchè di oggi è ambientato in via delle zoccolette cercando di far luce sul perchè si  chiami proprio così.
 
Perchè le zoccolette hanno una via?
 
Con un colpo di spugna urbanistico, nei secoli, sono scomparse quasi tutte le testimonianze tangibili di un pezzettino di storia cittadina. Un pezzettino sordido, non c'è che dire, ma persistente anche se oggi ad aiutarci c'è rimasto qualche contributo dalla toponomastica. Che Roma sia stata la città delle prostitute ce lo dice pure Belli e non soltanto l'umorismo trito del luogo comune. Ce lo dice pure la pessima nomea cucita addosso ai romani  nei secoli dai forestieri. Popolo "tosto", di maneschi, di volgari, di ignoranti. Popolo di "zoccole", appunto, proprio per rimanere nell'ambito "poetico".
  Enunciare il contributo delle donne di malaffare alla storia di Roma significa toccare con mano le trasformazioni più salienti della città, sprofondare nelle leggende oscure della depravazione degli imperatori e della loro corte. L'antica e sacra arte della prostituzione ha governato e fatto crescere l'Urbe, almeno tanto quanto le sue legioni e i suoi condottieri. E la città oggi si può dire Eterna anche grazie alle "attività" praticate fra i fornici degli acquedotti, nei lupanari della Suburra, nelle camere da letto di Teodora e Marozia, o grazie ai censimenti antichi che calcolavano le prostitute con una voce a parte rispetto a quella della popolazione. Ed era una voce sempre molto affollata.
  Saranno stati gli stranieri, i pellegrini, i viaggiatori di ogni sorta che hanno solcato le strade di Roma. Ma qui la prostituzione è un fatto sociale più importante che in altre città. Ed è sterminato anche l'elenco delle prostitute "storiche", pur essendo plebee, titolari di carriere decennali e clienti illustri. In passato, inoltre, non si contavano istituzioni, categorie di religiosi e strutture di accoglienza che si occupavano delle "donne perdute" per ospitarne gli orfani, per dare alle meno fortunate un tetto sulla testa, o per garantire il perdono di dio a quante di loro si convertivano a vita morigerata.
  Poi la città moderna non ne ha avuto più bisogno. E allora, queste stesse istituzioni, il riflesso del volto più duro dell'Urbe, furono spazzate via per sempre, lasciandoci, appunto, giusto qualche targa a indicare la vecchia vocazione di una vita.Ecco perchè a Roma c'è via delle Zoccolette, proprio dietro a via Arenula, poco prima del fiume. Ci stava un vecchio orfanatrofio femminile , il Conservatorio dei santi Clemente e Crescenzio e alle orfanelle la lingua cinica e lungimirante dei romani aveva già appioppato addosso la carriera futura. in un'epoca contrassegnata dalla miseria le più sfortunate erano proprio quelle figlie di nessuno. Una volta uscite dell'istituto c'era poco che potessero fare per guadagnarsi da vivere. E' sbagliata invece un'interpretazione assai diffusa cha fa risalire il nome della via alle particolari calzature indossate dalle bambine dell'orfanatrofio. Quelle ragazzine avranno pure portato gli zoccoli, ma sempre puttane sarebbero diventate, se fossero state fortunate. Era questa la sentenza emessa dal popolo sovrano.
  Anche chi si ritrovava in via delle Convertite, dalle parti di piazza San Silvestro, farà la conoscenza con una porzione di questo passato dimenticato. Era qui che papa Leone X, nel 1520, aveva fatto erigere un pio monastero in cui le ex prostitute avrebbero potuto condurre una nuova vita, osservando una stretta clausura e indossando un abito nero, simbolo di penitenza e di espiazione. E c'era la sua mente dietro l'unica "regoletta" imposta, quella relativa all'obbligo di lasciare all'istituto un quarto dei beni indicati sul testamento, che permise il fiorire del posto, anche se soprattutto grazie ai proventi di un mestierendal quale le ospiti stavano cercando di redimersi.
  Nonostante sia stato cancellato dalle mappe cittadine il monastero che si era attestato dalle parti di via Caetani, nella zona di via delle Botteghe Oscure, entrando al museo Crypta Balbi, l'area espositiva-scavo archeologico che custodisce tutte le memorie e i mille strati della zona, è ancora possibile vedere qualcosa. Ma il monastero accoglieva anche zitelle e vedove indigenti, speciali categorie che insieme alle prostitute e alle loro figlie componevano il quadro sociale  di una città in cui nascere donna  e nascere povera rendeva la vita difficile, anzi difficilissima. Se quindi, un giorno, durante una passeggiata capiterà di incontrare una strana strada intitolata alle zoccolette nel cuore di Roma, non bisogna stupirsi. E' l'ultimo omaggio di una città al suo volto più vero, un volto che non è più decente mostrare.
 
Come al solito vorrei esprimere il mio punto di vista!
"... un volto che non è più decente mostrare" o che va ostentato per accaparrarsi voti politici, in ogni caso una realtà che da sempre esiste affrontata in modi differenti in base al periodo storico. Magari ad oggi si potrebbe riscontrare un cambiamento nelle tendenze e/o gusti sessuali  ma sempre dello stesso e antichissimo lavoro si parla. Inutile scandalizzarsi!!!
inoltre, le donne ... fortunatissime noi ad essere nate dopo il Sessantotto possiamo esprimere il nostro punto di vista, studiare, scegliere la professione, cambiare la nostra situazione socio-economica. Possiamo vivere in santa pace da single, con un cane, con un uomo, con una donna o con mamma e papà, nessuno più viene a dirci nulla. Perlomeno in Italia!!!!
 
Alla prossima ...
© Casa Vacanza "Venturi". SCIA QA/2018/34299 del 20.07.2018

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