Buongiorno a tutti!!!

Dopo alcune settimane di relax immersa nella natura del Lago della Duchessa, eccoci nuovamente qui ad un nuovo ed ultimo appuntamento in cui vi propongo la lettura del "Perchè quando Adriano andava alle terme tutti si grattavano"
 
Se ne stanno là a rosseggiare regalmente sopra la vecchia Passeggiata Archeologica. Le Terme di Caracalla sono ormai poco più che la scorza  del tempio del benessere che erano un tempo. Eppure ancora rimandano echi di vapori, profumi, oli, sudori e umori di una società talmente tanto avanzata e, si perdoni il bisticcio, "sociale" da permettersi il lusso di avere come elemento caratterizzante del suo grado di civilizzazione proprio le terme. Lasciando la mente libera di fare associazioni,allora, viene da pensare che, al contrario, all'interno della nostra civiltà moderna e tecnologica, il concetto di igiene e di salvaguardia della stessa si è affermato soltanto due o tre secoli fa, mentre prima tutti, nobili e poveracci, sguazzavano nelle proprie puzze e nelle proprie croste, morivano di orride infezioni e il loro rapporto con l'acqua era inversamente proporzionale a quello intrattenuto con la religione. Ci sono volute guerre e pestilenze, conquiste sociali, battaglie culturali, insomma ci sono volute tutte le lotte del genere umano perchè, collateralmente, si affermasse il principio che è bene lavarsi ed è bene farlo su base quotidiana.
   Tanto per tornare a Caracalla, invece, si sappia che queste terme risalgono più o meno al 222 dopo Cristo, ma le prime, le più antiche e forse più importanti hanno oltre duemila anni e si devono a un'iniziativa di Agrippa, luogotenente di Augusto, nonchè inventore della rivoluzione dei balneae, o meglio dell'idea di terme all'imperiale così come sono arrivate fino a noi, cioè pubbliche, gratuite e molto frequentate da tutti i ceti sociali. Non che prima non ci si lavasse, certamente. E' che però si doveva pagare il biglietto e le strutture non erano certo quel groviglio di palestre, biblioteche, vasche da bagno collettive e singole, opere d'arte, ninfei, esedre e luoghi appartati che hanno permesso alla civiltà romana di svilupparsi e a Giovenale di gridare ai quattro venti che  <<Mens sana in corpore sano>> era il motto sotto il quale si stava sviluppando questa società.
  Insomma, Agrippa cominciò prima col rendere l'ingresso ai balneae gratuito per un anno e poi si dedicò a costruire una struttura che, da quel momento in poi, divenne il centro della pancia di Roma, almeno tanto quanto il Foro era il centro del suo cervello. Gossip, sport, critiche alle influenze "greche", scandali, tutto succedeva fra i marmi delle terme. In più, ogni imperatore, da Ottaviano in poi, volle lasciare il suo segno benevolo sulla città e quindi ogni imperatore si dedicò a migliorare gli impianti esistenti e a edificarne di nuovi: Traiano, Diocleziano, Commodo, Caracalla, Adriano, Costantino. Il risultato fu una città più sana, con abitanti più puliti, più allenati, più colti e soprattutto certi di essere parte del migliore dei mondi possibili. Senza vestiti, coperti d'olio prima di accingersi allo sport, oppure intenti a levarselo con le strigile, raschiando l'unto, polvere e sudore, i romani, per giunta, non più diversi l'uno dall'altro. E, in certi periodi particolarmente illuminati, a questa immagine si sarebbe potuta aggiungere qualche donna coraggiosa, per una volta pari se non altro nell'attività fisica, nella nudità e nella cura di se, ma mai e poi mai nella dignità di frequentare i bagni.
   Si mescolavano tutti e tutti insieme, legionari e senatori, commercianti e imperatori, dal momento che, infatti, neanche gli imperatori riuscivano  a resistere a una passeggiata fra i ninfei o fra le opere d'arte che decoravano le "loro" terme, a un'oretta di pugilato e poi a un bel bagno rigeneratore. E per questi svaghi spesso sceglievano proprio le terme pubbliche, pur avendo a disposizione locali meravigliosi e vasche di lusso nelle loro splendide domus. Ma gli imperatori, a frequentare le terme di tutti, possono incappare in brutti incontri. 
   Successe ad Adriano, per esempio, che un giorno gli toccò di incontrare un legionario veterano, avanti negli anni e senza soldi tanto da non avere nessuno che lo aiutasse a levarsi l'olio di dosso ed essere costretto, perciò, a strofinarsi la schiena contro una colonna. Incuriosito da quel balletto, Adriano si avvicina, gli chiede che cos'ha e poi, intenerito dalle difficoltà del vecchio soldato che non aveva manco i soldi per pagarsi uno schiavo, decide di "regalargliene" uno dei suoi e di premiarlo munificamente con un'inattesa indennità per i suoi servizi sotto le armi. Giubilo del legionario toccato dalla grazia imperiale, invidia degli altri colleghi di bagno. Il giorno successivo, una selva di furbetti accoglie Adriano di nuovo ospite gradito delle terme pubbliche: stanno tutti a strofinarsi contro le colonne, una commedia per strappare al sovrano qualche briciola della sua benevolenza. L'imperatore, però, non è tipo da lasciarsi fregare e ordina ai truffatori di grattarsi a vicenda piuttosto.
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© Casa Vacanza "Venturi". SCIA QA/2018/34299 del 20.07.2018

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